Il gruppo HUPAC con sede a Lugano e ben posizionato a livello europeo si trova di fronte a importanti sfide a causa dell’attuale debole congiuntura in Europa e del pessimo stato di alcuni percorsi. La richiesta di questo servizio d’avanguardia è crollata di circa il 12 % in tutti i settori rispetto all’anno precedente. Ancora più preoccupante è l’inversione di tendenza già riscontrata nella consolidata quota stradale del traffico merci transalpino. Tra il 2022 e il 2023 quest’ultima è passata dal 27 % al 28 % delle spedizioni stradali. Come comunicato in occasione dell’assemblea generale, nel 2023 HUPAC SA ha sgravato la strada da 18 milioni di tonnellate di merci a livello internazionale. Rispetto alla Svizzera, questo corrisponde al 6 % della prestazione globale di trasporto nel traffico pesante nazionale, ovvero a 278 tonnellate.
Il problema non è il San Gottardo
Grazie alle attuali offerte dell’infrastruttura delle FFS per i trasporti attraverso le due tratte del Lötschberg e, sempre più, attraverso la galleria di base del San Gottardo, la principale strozzatura non si trova in Svizzera. La grande sfida consiste nell’operare conformemente al mercato, in termini di prezzo e di qualità, nel contesto europeo rispetto alla strada. Al fine di rendere più attraente il trasporto intermodale (trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia), la piattaforma di digitalizzazione DXI deve consentire un trasferimento di dati automatizzato e senza supporto cartaceo da terminal a terminal.
Rivendicazioni politiche
In occasione della sua sessione estiva, il Consiglio nazionale ha trattato cinque interventi volti ad arrestare questo ritrasferimento. Due dei quali riguardano investimenti all’estero, gli altri tre riguardavano le misure da adottare in Svizzera, in particolare l’esigenza di adattare interamente al rincaro la TTPCP. Quest’ultima proposta è stata per poco bocciata dal Consiglio nazionale. Le due prime mozioni sono state ampiamente approvate e saranno ora ulteriormente trattate dalla Commissione dei trasporti del Consiglio degli Stati.
Per quanto riguarda i costi di trasporto da un terminal all’altro, la percentuale delle spese amministrative è oggi molto elevata, in quanto corrisponde al 25 %. Questa percentuale dovrà essere nettamente ridotta razionalizzando i processi e ricorrendo alla digitalizzazione. Michail Stahlhut, CEO di HUPAC, porrà fortemente l’accento su questo aspetto delle sue attività nell’ambito della sua nuova missione di presidente dell’UIRR nel contesto europeo. In questo ruolo, egli intende riunire tutti gli azionisti attorno a uno stesso tavolo e standardizzare i dati e i processi.
Impossibile allungare i treni
La misura più semplice consisterebbe nell’allungare i treni al fine di ridurre i costi. Ma questo è ostacolato da conflitti di interesse interni alle ferrovie stesse poiché far circolare treni più lunghi significherebbe meno treni e quindi meno personale.
Con il suo impegno, il presidente dell’HUPAC, Hans-Jörg Bertschi, mira in ogni caso a un miglior posizionamento concorrenziale del trasporto intermodale affinché la mobilità delle merci diventi più sostenibile e preservi in particolar modo l’ambiente riducendo le emissioni di CO2.
Testo e Foto: Robert Hugentobler